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Rigassificatori in Italia

Venuti alla ribalta a causa della crisi energetica, legata al gas, i rigassificatori in generale ed i rigassificatori in Italia hanno conosciuto una notorietà ed un interesse, probabilmente non previsti.

Quella che sembrava essere una realtà solo per “gli addetti ai lavori” è entrata nelle case degli italiani e nei principali format di informazione televisiva.

Sebbene, dobbiamo ammetterlo, i riflettori stiano mettendo meno in risalto il tema e le nuove politiche economiche sul “caro bolletta”, appena varate, abbiano calmierato gli animi più attivi, la domanda se i rigassificatori siano o no una risorsa, merita un approfondimento.

Con la sigla GNL si intende il gas naturale liquefatto ossia il gas che grazie ad un processo di raffreddamento si presenta in forma liquida, ma in che modo questa sigla si associa ai rigassificatori?
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Rigassificatore Italia

Un rigassificatore Italia è un impianto con una precisa funzione: riportare una sostanza il cui stato è fluido, come per esempio il gas, ad uno stato aeriforme: tra questi i rigassificatori GNL sono gli esempi più noti in quanto, portando il gas allo stato gassoso, ne permettono la distribuzione nei diversi gasdotti ed il conseguente utilizzo.
I rigassificatori in Italia possono essere di due tipi:

  • a terra
  • in mare ed in quest’ultimo caso possono essere: vere e proprie isole artificiali o navi chiamate FSRU (Floating storage and rigasification)

Solo qualche decennio fa, si riteneva che la domanda circa il quantitativo di gas necessario fosse piuttosto prevedibile e costante, ma la realtà si è discostata di non poco da quella previsione: motivo? L’utilizzo del gas per produrre energia elettrica.
Alcuni dati significativi:

  • l’attuale produzione di gas soddisfa il 30% del fabbisogno della nostra nazione
  • la produzione interna del gas è pari ad un quinto; pertanto, è evidente che il nostro rifornimento dipenda dai paesi esteri
  • lo scenario geopolitico di quest’ultimo anno ha, forse definitivamente, modificato il precedente equilibrio tra domanda e offerta di gas tra la nostra nazione e gli storici fornitori (in primis la Russia).

L’attuale classe politica dovrà quindi continuare a seguire il percorso tracciato dal precedente governo Draghi ossia, guidare una importante transizione volta a diversificare sempre di più i paesi fornitori di gas.
L’importanza di proseguire con una politica energetica volta all’ indipendenza energetica acquisisce ancor più significato andando a considerare la politica espressa dalla Comunità Europea in riferimento alla transizione energetica.
Il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha proposto il pacchetto REPowerEU, che prevede investimenti e riforme con l’obiettivo di diversificare l’approvvigionamento energetico e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Navi metaniere e rigassificatori in Italia

Le navi metaniere sono una parte essenziale degli impianti di rigassificazione, in quanto predisposte ad importare gas liquido (GNL), che ricevono dagli impianti di liquefazione del gas dei paesi esportatori.

Il vantaggio sta nel minore spazio che il GNL occupa rispetto al gas aeriforme e rappresenta una reale occasione di maggiore indipendenza energetica; proprio grazie ai rigassificatori, infatti, il GNL  trasformato in forma gassosa potrebbe fornire un terzo del fabbisogno annuale di gas da parte del nostro paese e contribuire in maniera importante ai fabbisogni europei.

Se volessimo utilizzare un paragone con il mondo dell’atletica, potremmo definire il tutto come una vera e propria staffetta perchè:

  • le navi metaniere giunte in prossimità delle FSRU trasferiscono il gas liquido nei terminali
  • questo trasferimento avviene attraverso dei bracci di scarico in acciaio posizionati nelle FSRU.
  • una volta travasato il GNL viene stoccato e rigassificato in base alle richieste del mercato

Ciascuna delle fasi sopraelencate, dallo stoccaggio al trasferimento di gas liquido, richiede competenze e tecnologie importanti per le quali l’Italia potrebbe sicuramente svolgere un ruolo strategico.

Impianti di rigassificazione in Italia

Gli impianti di rigassificazione in Italia attualmente attivi sono quelli di:

  • Livorno (FSRU)
  • a terra a Panigaglia (Spezia)
  • Rovigo (isola artificiale)

Quello a Panigaglia è di proprietà esclusiva della Snam la società energetica che detiene il pieno controllo della rete italiana dei gasdotti e che in realtà con percentuali diverse troviamo come azionista in quasi tutti gli impianti italiani.

L’attuale Ministro della Transizione ecologia, Cingolani, è fermamente convinto che “per rimpiazzare i 29 miliardi di metri cubi che al momento sono importati dalla Russia” la strada da perseguire è proprio quella di utilizzare i rigassificatori attualmente presenti e dotare l’Italia di altre strutture.

Quale saranno allora le novità per il 2023? Vediamo insieme quali sono le zone deputate ad accogliere nuovi rigassificatori in Italia:

  • Ravenna
  • Piombino: si tratta di una FSRU (di proprietà Snam)
  • Porto Empedocle (progettato da Enel)
  • Gioia Tauro (per Sorgenia ed IREN)

Lo scorso marzo con la firma da parte di Draghi del DPCM “Sardegna” anche l’isola potrebbe accelerare il divorzio energetico dalla Russia, in quanto sono previste due navi metaniere FSRU ed un impianto di rigassificazione esattamente:

  • Portovesme (per rifornire il Sud industriale e Cagliari)
  • Porto Torres (per rifornire il Nord industriale e Sassari)

Nel porto di Oristano, infine, per conto di Edison, dovrebbe essere installato un rigassificatore con una capacità di 20 mila mc di gas.

Per completezza di informazione rispetto ai rigassificatori in Italia, riportiamo anche le opinioni scettiche, per esempio di Greenpeace, circa le tempistiche; l’Organizzazione, infatti, ritiene troppo ottimistiche le previsioni che vorrebbero un reale funzionamento dell’impianto di Piombino (previsto per marzo 2023) e di quello di Ravenna (previsto per l’estate 2024).

Per avere un quadro più preciso della potenzialità del settore, in aggiunta agli investimenti strutturali previsti in Italia, occorre ricordare che sono numerosi gli investimenti annunciati in Europa del Nord e in Europa Nordoccidentale per realizzazione di nuovi impianti o per espansioni impianti esistenti.

In Tali applicazioni, caratterizzate da condizioni operative impegnative (sia con temperature elevate che criogeniche) l’importanza di garantire connessioni affidabili, in grado di accomodare dilatazioni termiche e vibrazioni operative, rappresenta un aspetto tecnologico di fondamentale importanza.

Da anni la mission di Tubiflex è volta alla costante ricerca e all’innovazione ed attraverso la realizzazione di tubi di altissima qualità (nel settore navale ed industriale, ma non solo) cerchiamo di creare “collegamenti” in grado di rendere qualsiasi processo fluido e funzionale.

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